"Le coordinate della felicità" secondo Gianluca Gotto
Vorrei consigliarvi di leggere “Le coordinate della felicità”, di Gianluca Gotto. Mi è stato regalato questo libro da alcuni amici, in un momento in cui diverse strade della mia vita hanno cominciato a incrociarsi, sorprendendomi e a tratti spaventandomi. Giocando con il titolo, era un periodo in cui avevo urgente bisogno di fermarmi un attimo e ridisegnare le mie “coordinate” di riferimento, per poter dare un senso e una direzione a tutto quello che ormai avevo messo in moto.
Leggendo il retro della copertina mi è venuto da sorridere, mi piaceva pensare che quelle parole fossero rivolte proprio a me.
“Il libro che hai tra le mani è il racconto di un assurdo, emozionante e assolutamente possibile percorso di vita. La storia di un ragazzo che pur non essendo speciale si è costruito una vita speciale. Forse non ti darà le risposte che cercavi, ma ti spingerà a porti le giuste domande. Nel caso anche tu, un domani, voglia fare ciò che ho fatto io: iniziare a seguire le coordinate della tua felicità.”
Gianluca Gotto, autore e protagonista di questo libro autobiografico, è un ragazzo come tanti, questo lo chiarisce fin da subito. La mia impressione durante la lettura, che rimane viva tuttora, è di essere entrato in contatto con qualcosa di autentico. Non ha scritto questo libro per una malcelata ricerca di autocelebrazione, o per rileggere con autocompiacimento alcuni passaggi della sua storia, ma semplicemente perché ha ritenuto che la sua scelta di vita potesse essere utile anche ad altri. Potesse essere di orientamento e, perché no, di ispirazione.
Gianluca oggi è un “nomade digitale”, cioè una persona che ha scelto di vivere viaggiando e lavorando da remoto. Il suo libro racconta di come sia partito da una domanda che molti temono, spesso arrivando ad evitarla: “Cosa faccio dopo la scuola?”. Il suo viaggio parte proprio da qui, da una risposta che nessuno conosce e che pochi hanno il coraggio di cercare fino in fondo. Anche lui, all’inizio, si era tirato fuori da questa impresa, scegliendo una facoltà universitaria a caso, come lui stesso riporta: “(…) la scelta dell’università era stata un “non-scelta”. Non mi ero mai chiesto veramente se fosse quella la strada giusta per me.”
Nel sua esperienza, per arrivare a scegliere realmente ha avuto bisogno di muoversi e di viaggiare, allontanandosi da Torino, sua città natale. Negli anni successivi arriverà nei luoghi più disparati, riuscendo nel corso della lettura a farci respirare atmosfere lontane, facendoci godere di immagini che passano dalle immense spiagge Australiane alla confusione degli street food di Bangkok.
Ma l'autore non insiste su questo tipo di scelta, non cerca di convincere il lettore a viaggiare per il mondo. Nel mio caso questa è stata una conseguenza, perché mi ha accompagnato a contattare la mia parte che da sempre sogna luoghi esotici e spirituali, come Bali o le isole thailandesi.
Lui è invece convinto che ognuno di noi possa rispecchiarsi nella sua storia, nelle sue scelte, nei suoi fallimenti e nelle sue scoperte. Con uno stile apparentemente semplice e diretto Gianluca è stato capace di portare continuamente alla luce il suo dialogo interiore. A volte prima di scelte importanti, riuscendo così a intuire alcuni pericoli per il suo benessere, a volte dopo lunghi periodi di frustrazione, così da poter cambiare alcune coordinate in cui non avrebbe potuto realizzare se stesso.
L’utilità del libro è proprio questa, a mio avviso, e cioè la possibilità che offre di riscoprire e di riconoscerci alcuni aspetti che abbiamo nascosto in un cassetto, messo in disparte nell’attesa (a volte infinita) di poterci finalmente fare i conti. Per me la lettura di queste pagine è stata un tempo sospeso, di evasione e di riflessione rispetto ai tanti cambiamenti che stavano avvenendo nella mia vita, a tal punto che sono riuscito a trovare il coraggio di guardarmi allo specchio e sussurrare al mio cuore: “Vuoi vedere che sono sulla strada giusta?”. Perché a volte è proprio questo il problema, concederci il diritto di essere felici.
La storia di Gianluca potrebbe a prima vista sembrare quella di un ribelle, di qualcuno che ha intrapreso una strada alternativa, e in parte lo è. Ma, al contempo, è anche la narrazione di una persona estremamente concreta, umile, la testimonianza di un gran lavoratore e di un serio professionista. Riprendendo le parole dell’autore, “un gesto di ribellione è utile per iniziare a ragionare fuori dagli schemi e lontani dai pregiudizi” . La ribellione non equivale, di fatto, a scappare dalla realtà, ma nel suo caso è stata il primo passo per costruire una progressiva fiducia nei propri mezzi, impresa spesso non facile e sempre temuta.
Come lui stesso ci ricorda, “la libertà è meravigliosa, ma (…) è anche terrificante.”
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Inoltre, vi rinnovo l'invito a investire del tempo nella lettura di questo libro, che equivale a prendersi del tempo per ascoltare se stessi.