Cambierà l'Esame di Stato di Psicologia?
Il Covid-19 ha sicuramente rivoluzionato le nostre vite. La distanza forzata e un trepidante senso di attesa sono dei fattori che ci hanno obbligato a ripensare il nostro presente, il nostro studio, la nostra attività, le nostre relazioni, la definizione della nostra posizione nella società.
Un messaggio importante arriva dagli psicologi, che stanno cercando da un lato di rivendicare una posizione di sostegno e di promozione del benessere per la popolazione, dall’altro hanno costruito dei ponti virtuali per cementare il proprio senso di appartenenza a questa categoria professionale.
A tal proposito, vorremmo segnalare un movimento nato su Facebook, formato da un nutrito numero di giovani laureati in psicologia e non solo, riguardante la proposta di aderire a una petizione rivolta al MIUR. Troviamo interessante, oltre alla richiesta di tutela per i tirocini e l’Esame di Stato in questo momento di grossa difficoltà, che sia molto forte la volontà di modificare a lungo termine l’EdS, considerato grossolanamente impegnativo e ridondante.
Nello specifico, citando alla lettera il testo della petizione, l’intento è quello di:
“riformare l’Esame di Stato a sole due prove: invio della relazione valutativa sul tirocinio professionalizzante effettuato, e colloquio sul Codice Deontologico degli Psicologi, per evitare allungamenti e ripetizioni nella formazione”.
Non vogliamo prendere una posizione di accordo o disaccordo con questa idea di riforma, ma certamente sosteniamo la concezione di un EdS che dia maggiore dignità all’esperienza maturata e alla definizione di un’identità professionale che sia prima di ogni altra cosa eticamente formata. Per come stanno oggi le cose, infatti, questi due aspetti sono valutati come “quarta prova”, dopo le prime tre che riguardano un tema, un progetto e un caso clinico.
Riteniamo inoltre che questo sia un segnale di rinnovata comunione di intenti, che infonde una certa speranza, in un momento in cui siamo abbrutiti da un sottile senso di impotenza, poiché sono pressoché nulle le possibilità che abbiamo di dare il nostro contributo.
Dietro questa petizione albergano molti sentimenti di frustrazione, di mancato riconoscimento sociale, di ostacoli burocratici e di confronto con altre realtà professionali, sia in Italia che all’estero. L’elemento più costruttivo e prezioso è il fatto che, durante una quarantena devastante da molti punti di vista, stiano nascendo delle idee di cambiamento.
Fateci sapere cosa ne pensate!!